UN UNICO BATTESIMO. parte II

di G. F.

Abbiamo visto nella prima parte come il battesimo era amministrato per immersione nel nome dell’unico Signore Gesù il Cristo.

In Matteo 28:19 Gesù ha anche detto: "Andate dunque, e ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliolo e dello Spirito Santo". Che dire dunque del comando di battezzare solo nel nome di Gesù?

Visto che non ci sono riferimenti precisi sulla formula adottata dai discepoli, dobbiamo forse dedurre che Matteo 28:19 si tratta di un’aggiunta postuma alla prima redazione del vangelo di Matteo?

Su questo verso la disputa tra chi dice che è un versetto aggiunto successivamente e chi dice che è autentico non conosce fine. Chi ha ragione e chi ha torto?

Riflettiamo un attimo prima di arrivare a conclusioni affrettate che possono condurci a rigettare l'una o l'altra o addirittura a dubitare sulla necessità del battesimo.

Stabiliamo innanzitutto il punto fermo che il battesimo per immersione in condizioni normali è obbligatorio per il convertito: "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (Marco 16:16).

Dunque, supponiamo che il verso in Matteo 28 sia stato aggiunto successivamente. Visto che gli scritti del nuovo testamento sono stati raccolti a partire dal secondo secolo, allora dobbiamo chiederci quando è stato aggiunto questo versetto.

Senza alcun dubbio, dai documenti storici risulta che questo versetto esisteva già molto tempo prima della formulazione della dottrina della trinità che è stata sancita nel quarto secolo. Che significa che il verso indica un dio trino? Assolutamente no!

Oltre a Matteo 28:19 c'è un altro versetto in cui vengono menzionati il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: "La grazia del Signor Gesù Cristo e l'agape di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi" (2Corinzi 13:13).

Anche questo versetto è stato aggiunto successivamente? Qualche studioso afferma di sì ovvero le due formule, battesimo e benedizioni finali, facevano parte della liturgia della chiesa primitiva e che solo successivamente sono state utilizzate a sostegno della dottrina della Trinità.

In ogni caso, questi due versi sono quelli che ci consentono di affermare che entrambi dicono la stessa cosa.

Il versetto di Matteo 28 e quello di 2Corinzi 13 sono il cavallo di battaglia del trinitario in cui vede un dio trino e per cui non c'è possibilità di confronto perché la sua fede è in ciò che non conosce, ovvero nel mistero, e vede la Triade dappertutto.

Nella nostra riflessione dobbiamo anche tenere a mente ciò che nella prima lettera ai Corinzi Paolo dice chiaramente: “PER NOI c'è un Dio solo, il Padre, dal quale sono tutte le cose, e noi per la gloria sua, e un solo Signore, Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose, e mediante il quale siamo noi.” (1Corinzi 8:6)

Paolo non fa menzione della Spirito come “terza persona”! Aveva cambiato idea nella sua seconda Epistola?

Analizziamo con semplicità cosa viene menzionato nella benedizione finale di 2Corinzi 13: la grazia, l'agape e la comunione.

Cosa ci dice la Scrittura su queste tre cose?

Riguardo al Padre: la grazia è un dono del Padre per mezzo di Cristo Gesù (1Corinzi 1 :3-4; 3:10; ecc.), Dio è agape (1Giovanni 4:8), Dio è Spirito (Giovanni 4:24), Dio concede il suo Spirito (2Corinzi 5:5), Dio Padre abita nel cuore del vero credente con cui entra in comunione (Giovanni 14:23), e del Figlio: Gesù è la grazia di Dio (Giovanni 1:16), è l'amore del Padre (Giovanni 15:9-10), è Spirito (1Corinzi 15:45; 2Corinzi 3:17), anche Lui abita nel cuore del credente (Giovanni 14:23).

LA SCRITTURA DICHIARA PERENTORIAMENTE CHE DIO È SPIRITO.

Su questo verso il trinitario ha questa deduzione: "la grazia di Gesù" fa riferimento alla persona di Gesù, mentre "l'Agape di Dio" alla persona di Dio Padre e la "comunione dello Spirito Santo" alla persona dello Spirito Santo.

Noi invece leggiamo semplicemente ciò che effettivamente dice, cioè che "la grazia di Gesù, l'agape di Dio e la comunione dello Spirito santo" è riferito al dono di Dio che è nel cuore dell'eletto ossia lo Spirito vivificante del Signore che è grazia, amore e mente di Dio.

Dunque potremmo dire brevemente e semplicemente "Dio sia con voi!". Tutto viene da Dio Padre: la grazia, l'agape e la comunione. Dio Padre ha donato la sua Grazia, il suo Agape e il suo Spirito santo nel nome di suo Figlio Gesù.

È solo in questo senso che quella benedizione è stata formulata e non esiste alla luce delle Scritture altro significato.

Ricordiamo che Gesù stesso affermò che nessuno può venire a Lui se non gli è condotto dal Padre e Paolo afferma che nessuno può appartenere a Lui se non ha lo Spirito di Gesù.

Non è scritto da nessuna parte che siamo condotti da Dio alla cosiddetta terza persona dello "Spirito Santo" ma che Dio, che è Santo, ci conduce a Cristo spirito vivificante. Dio vive nel credente in Spirito cosicché l'uomo rigenerato possa vivere in comunione con Dio Padre e Gesù (è evidente che non c'è nessuna comunione con una terza persona):

"... che siano tutti uno; che come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te, anch'essi siano in noi: affinché il mondo creda che tu mi hai mandato. E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno come noi siamo uno". (Giovanni 17:21-22).

Come si può negare questa Verità? Il Padre, Gesù e noi!

Ci pare utile ricordare che in tutta la Bibbia non esiste una sola parola di preghiera rivolta allo Spirito Santo, ma solo al Padre e al Figlio.

Prima di fare, quindi, una questione di formula battesimale è necessario vedere cosa significava per il credente dell'epoca, che non conosceva un dio trino, battezzare "nel nome".

Se uno di voi dovesse mandare una persona a fare una qualsiasi cosa e dicesse: "dì che ti mando io!" che cosa intendereste? Sicuramente fareste riferimento alla vostra autorità riconosciuta dagli altri, no? E questo è il senso "nel nome di Gesù".

Dire "nel nome di Gesù Cristo" o "nel nome del Signore" o "nel nome di Dio" è la stessa cosa, sono solo espressioni diverse di modi di dire della stessa cosa. Così come Chiesa di Cristo o Chiesa di Dio. La Chiesa è una!

Dire "nel nome di Gesù Cristo" vuol dire per l'autorità di Cristo, per il merito di Cristo, e per la gloria di Cristo. Vuol dire amministrare un servizio attraverso il potere concesso per grazia di Cristo. Vuol dire anche fare qualcosa secondo la volontà di Gesù Cristo.

Evidenziamo, inoltre, che la parola "nome" è singolare e che non viene dato alcun nome specifico in Matteo 28. Infatti, gli appellativi "Padre", "Figlio" e "Spirito santo" non sono nomi propri ma titoli; inoltre, mentre il Padre e il Figlio hanno un nome proprio di persona, lo Spirito santo che procede da loro è per riflesso appellabile con in loro stesso nome, pur non essendo una terza persona.

I trinitari affermano che il suo nome è "consolatore" ma in realtà non è un nome proprio e rappresenta una professione che è quella che svolge oggi Gesù Cristo presso il Padre a pro dei figli di Dio. Lo stesso Giovanni nella prima lettera cap. 2 e verso 1 chiarisce chi è il consolatore "Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato (tradotto 'consolatore' nel vangelo) presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto." (1Giovanni 2:1).

Ora consideriamo un'altra scrittura che indubbiamente si riferisce a Gesù:

"Perciocchè il Fanciullo ci è nato, il Figliuolo ci è stato dato; e l'imperio è stato posto sopra le sue spalle; e il suo Nome sarà chiamato: L'Ammirabile, il Consigliere, l'Iddio forte, il Padre dell'eternità, il Principe della pace". (Isaia 9:5 Diodati)

Se confrontiamo Matteo 28:19 e Isaia 9:6 e le scritture citate nella prima parte, possiamo affermare che il battesimo amministrato da un antitrinitario, anche se impartito con la formula in Matteo 28 - "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" -- , è come se fatto nel nome di Gesù che è Padre dell'eternità e Spirito vivificante.

Mentre il trinitario recitando la formula battezza nel nome della Triade (Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo), chi non è trinitario battezza nel nome di Gesù sempre anche se dovesse amministrare con la formula in Matteo 28 perché "infatti col cuore si crede per ottener la giustizia e con la bocca si fa confessione per esser salvati" (Rom 10:10) per la fede nella persona di Gesù secondo il dono che gli è dato da Dio Padre.

Pietro nel primo famoso discorso disse:

"Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito santo." (Atti 2:38)

Il dono è lo Spirito del Signore che è santo. Il battezzato riceve il dono dello Spirito santo cioè Dio fa dimora nel cuore della nuova creatura generata.


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