LA FEDE È UN DONO DI DIO.

di A. C. e G. F.

L’incontro con il Signore è un avvenimento rivoluzionario nella vita dell’uomo che lascia il segno indelebile nella sua mente. Allora, nella sua creatura che Lo accoglie e che risponde alla Sua chiamata, Dio pianta il seme della vita eterna.

L’Iddio Altissimo “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità. Poiché v'è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, il quale diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti” (1Tim 2:4-6), perciò rivolge a tutti e in modi diversi la Sua chiamata alla conversione e ad accettare il dono di Dio: Suo figlio Gesù il Cristo, immolatosi al posto nostro.

Quindi, mentre da un lato la Parola di Dio è sparsa su tutto il mondo come il grano del seminatore, dall’altro son pochi quelli che l’accolgono e la ritengono pienamente. Così disse lo stesso Gesù: “molti invece sono chiamati, alcuni comunque scelti (εκλεκτοί)” (trad. lett. Matt 22:14).

La scrittura inequivocabilmente afferma che non tutti i chiamati verranno scelti, ma solo alcuni. Questa libertà di scelta è riservata all’Autorità di Dio affinché nessun uomo si vanti di scegliere da sé stesso la via di Dio.

Poiché Egli dice a Mosè: ‘Io avrò mercé di chi avrò mercé, e avrò compassione di chi avrò compassione’. Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia. ... Così dunque Egli fa misericordia a chi vuole, e indurisce chi vuole” (Rom 9:15-18).

Dunque, nessuno che ha la fede in Dio può dire di aver scelto personalmente di credere in Lui, sarebbe una grave menzogna. Chi ha la vera fede sa che essa è dono di Dio e che non nasce dal sentimento umano. Coloro i quali hanno avuto il dono dello Spirito del Signore allora la vera fede dimora in loro.

In verità ogni cosa buona deriva da Dio, il volere e il potere di fare il bene: “poiché Dio è quel che opera in voi il volere e l'operare, per la sua benevolenza” (Filip 2:13).

C’è, nel vero credente, una grande responsabilità nel praticare il dono della fede. “Chi, dunque, sa fare il bene e non lo fa commette peccato” (Giac 4:17).

La vera opera di Dio è fondata sulla fede e la nostra divulgazione della Parola di Dio è motivata dall’amore che viene da Dio che ha mutato la nostra mente e il nostro cuore dandoci una comprensione poggiata su una fede sincera nella pura e semplice Verità.

Molti, però, si sono allontanati da questo principio e si sono dati alla ricerca di una fede diversa, senza fondamento facendo discorsi senza senso, sono diventati “dottori della Legge” senza conoscerne né i principi né le fondamenta, in realtà non sanno quello che affermano né quello che dicono, in loro non c’è certezza, si affidano alla tradizione e non al fondamento biblico che è divinamente ispirato ma cercano la verità nella filosofia.

La parola di questi profeti è divenuta doppia, dicono di osservare e invece agiscono diversamente dalla legge, commettono adulteri e abominazioni di ogni tipo (e quello che è peggio li approvano), agiscono con ipocrisia, rafforzano la mano ai malfattori, al punto che nessuno si converte dalla sua malvagità, proclamano beati i presuntuosi e i superbi, e quelli che agiscono malamente sono aiutati a prosperare di più a svantaggio del timorato di Dio.

Tutti si sono schierati contro i decreti del nostro Dio Onnipotente. Agli altari dell’obbedienza cieca è salito un altro dio, il dio-uomo, dove con le sue lusinghe ha dichiarato che la legge trova giustificazione nel proprio operato e secondo i propri comodi.

Noi sappiamo che la legge è stata fatta per tutti gli uomini ribelli, essa è giusta e dimostra che l’uomo iniquo è ribelle. Gli empi e i peccatori, i malvagi e gli irreligiosi, quelli che uccidono padre e madre, gli assassini, i fornicatori, i sodomiti, i mercanti di uomini, i bugiardi, i mentitori, i ladri e ogni altra cosa sono contro l’amore verso il prossimo e contro la santa legge di Dio.

Chi non usa la legge per esaminare sé stesso non si riconosce peccatore e i tempi attuali dimostrano che la legge è capovolta e calpestata, chi commette il reato viene giustificato con qualsiasi mezzo. Oggi, la scusa dell’ignoranza per i crimini commessi non trova posto perché la verità è che l’uomo ha perso la propria dignità e la propria coscienza che non li accusa più del male che fanno.

Di recente è stato giustamente notato che “l'uomo moderno si è definito in un essere zoologico che non ha neanche più paura della morte, ma solo della sofferenza. Un uomo che dice di sé stesso: finito di godere me ne andrò e con me finirà tutto" (blondet). Questa durezza del cuore dell’uomo è il risultato a seguito dell’abbandono della fede in Dio soltanto da parte della cristianità.

A questo punto non si rende più necessario essere sottomessi, tanto le punizioni sono solo parole, è meglio eliminare il soggetto che dà fastidio alla proprie idee che cercare di apportare un cambiamento di rotta nell’individuo che ha sbagliato.

La verità è che Dio non sopporta più questo male e invita tutti quelli che credono in Lui ad abbandonare le vie del male ed a ritornare sulla giusta Via per non essere investiti dalla sua ira.

Perciò, avendo noi tale ministero in virtù della misericordia che ci è stata fatta, non ci perdiamo d'animo; al contrario, abbiamo rifiutato gli intrighi vergognosi e non ci comportiamo con astuzia né falsifichiamo la parola di Dio, ma rendendo pubblica la verità, raccomandiamo noi stessi alla coscienza di ogni uomo davanti a Dio. Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti, affinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l'immagine di Dio. Noi infatti non predichiamo noi stessi, ma il Cristo Gesù quale Signore, e quanto a noi ci dichiariamo vostri servi per amore di Gesù; perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo” (2Corinzi 4:1-6).

Perché oggi molti si sono sviati dalla vera fede?

Molti credenti hanno abbandonato la fede, il dono di Dio. Questo è il problema dell’uomo odierno. E questa situazione non si è mai verificata nella storia dell’uomo. Le forze del male stanno pian piano distruggendo la fede in Dio di tutti gli uomini sostituendola con la fede in sé stessi e nel sistema mondiale.

Gesù profetizzò di questi tempi “Quando il Figliuolo dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?” (Luca 18:8). Questa domanda è rivolta a tutti noi e a cui ognuno di noi deve rispondere perché sappiamo che senza la fede in Lui nessuno piace al Signore e che “tutto quello, infatti, che non viene dalla fede [in Lui] è peccato” (Rom 14:23).

Cerchiamo di non essere sviati dalla falsità di uomini senza nessuna fede, ma teniamo fermo e vivo e pratichiamo il grande dono di Dio: la sua fede.


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